giovedì 18 novembre 2010

Pensiero...


Ti perdono nemico , perchè solo così io mi libero dal male che tu vorresti lanciarmi addosso e far cadere su di me . No . IO conosco la Legge e non cado nel tranello come tanti illusi . Io sò di essere libero . Non accetto di legarmi a te con vincoli di odio e di vendetta. Non accetto il male che tu vorresti infliggermi perchè sono libero . Perdonandoti io lo lascio ricadere su di te perchè è generato da te . Se io reagissi rioffendendoti diventerei non più creditore davanti a te ma debitore . Tu mi terresti imprigionato a te finchè io non saldo il debito di fronte alla Legge Divina . Legati pure tu con chi accetta il tuo attacco . Io col perdono me ne sciolgo . Tu nulla puoi su di me che io stesso non voglia . Tutto ciò che tu fai ricadrà su di te ,perchè fatto da te ,e non su di me se non nella misura in cui avrò fatto da me . Ho il dovere di soccorrerti in questo pericolo che corri . Perchè per quanto io soffra e perdoni nulla potrò contro le conseguenze del tuo operato e tu dovrai inesorabilmente pagare per il tuo errore . Ricorda.... non colpisci me.... stai colpendo te stesso .....Perchè io fratello... ti perdono .

Ho'oponopono


L'idea alla base di Ho'oponopono scaturisce dal significato stesso della parola, arrivata fino a noi dalla cultura Hawaiana. Tradotto Ho'oponopono significa " mettere le cose al posto giusto",o in termini più semplici, aggiustare le cose.
Il concetto basilare dietro Ho'oponopono richiede prima di tutto il rendersi conto della verità immutabile che la propria intera esistenza nasce da dentro,non dall'esterno.
Tutto quello che vedi,ascolti,senti,odori,tocchi,pensi,ricordi,che ti provoca una reazione emotiva, sono tutte cose che tu hai creato. E si,comprese le cose belle ma comprese anche quelle brutte. Ognuna di queste cose esiste perché a qualche livello tu vuoi che esistano, e questo ci riporta a Ho'oponopono.
Se tutto ciò che percepisci nel mondo esiste perché tu lo percepisci,prova a immaginare quale meraviglioso potere hai nelle tue mani?
Tu sei responsabile per tutto ciò che fa parte della tua esistenza.Tutto il bene , tutto il male e tutto quello che sta in mezzo è una tua creazione. E puoi controllare tutto ciò imparando a controllare la tua gratitudine e la tua capacità di perdonare con Ho'oponopono.
" ti voglio bene"
" Mi dispiace"
" Per favore perdonami"
" grazie"
Pronunciando un mantra composto da queste quattro frasi più spesso possibile giorno dopo giorno,presto realizzerai che amando te stesso,chiedendo scusa ogni volta che fai qualcosa di sbagliato,perdonandoti per ogni errore,e ringraziandoti ogni volta che crei qualcosa di bello o che hai smesso di creare cose negative,allora puoi creare la vita giusta per te.
Ricorda che la traduzione letterale di Ho'oponopono è mettere le cose a posto. Dal momento che sei l'unico creatore della tua intera esistenza,hai il potere di creare il mondo " giusto " in cui ti piace vivere,e lo puoi fare semplicemente pronunciando e avendo fiducia in queste quattro frasi.
Amiamo tutto quello che vediamo e che ci circonda con umiltà. I Nostri pensieri sono vibrazioni che vengono riflesse su tutto quello che ci circonda. Allineamo i nostri pensieri all'amore del cuore e tutto cambierà!
“Il processo Ho-oponopono ha bisogno di una sola persona: la Pace comincia con me, e con nessun altro.” (Dr. Hew Len)
Macrolibrarsi.it presenta il LIBRO: Ho-oponopono - La Strada Verso l'Amore - Josaya

domenica 4 aprile 2010

Pensieri e sogni

La vita che conduciamo nelle nostre società mi appare come un ENORME GIOCO DI RUOLO dove ciascuno di noi ne ha uno, ricopriamo ruoli di personaggi di ogni genere e crediamo veramente che la vita che conduciamo sia "reale", a tutti i costi, fino a perdere completamente la percezione della VITA VERA nella sua semplicità più estrema. Dentro di noi ci sono tutte le cose di cui abbiamo bisogno. Spero che a qualcuno questo possa servire.

"Un uomo trovò un uovo d'aquila e lo mise nel nido di una chioccia. L'uovo si schiuse contemporaneamente a quelle della covata, e l'aquilotto crebbe insieme ai pulcini.
Per tutta la vita l'aquila fece quello che facevano i polli del cortile, pensando di essere uno di loro. Frugava il terreno in cerca di vermi e insetti, chiocciava e schiamazzava, scuoteva le ali alzandosi da terra di qualche decimetro.
Trascorsero gli anni, e l'aquila divenne molto vecchia. Un giorno vide sopra di se, nel cielo sgombro di nubi, uno splendido uccello che planava, maestoso ed elegante, in mezzo alle forti correnti d'aria, muovendo appena le robuste ali dorate.
La vecchia aquila alzò lo sguardo, stupita. "Chi è quello?" chiese. "E' l'aquila, il re degli uccelli", rispose il suo vicino. "Appartiene al cielo. Noi invece apparteniamo alla terra, perché siamo polli". E così l'aquila visse e morì come un pollo, perché pensava di essere tale."

Tratto dal libro: MESSAGGIO PER UN AQUILA CHE SI CREDE UN POLLO di Anthony de Mello